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PINDARO. - ODE di... Antichissimo Poeta e Principe dei Greci Lirici, cioè Olimpie, Pithie, Nemee & Istmie. Tradotte in Parafrasi & in Rima Toscana da Alessandro Adimari e dichiarate dal medesimo. Con osservazioni e confronti d'alcuni luoghi immitati ò tocchi da Orazio Flacco. Con Tavole copiosissime...

Pisa, Tanagli, 1631 "gr. vol. in-4, pp. (18), 748, (64), leg. ottocentesca m. perg. con doppio tass. e tit. oro al d. con fregi, piatti in cart. dec. Antip. allegorico inc. in rame da C. Audran su dis. di A. Varani, con l'impresa nobiliare del Card. Barberini, nipote di Urbano VIII, cui l'opera è dedicata. Front. a due colori. Testat., iniziali e final. xilogr. Marca tipogr. in legno al front., ripetuta al fine. Con 6 belle tavv. in rame n.t. che illustrano i primi giochi olimpici (lancio del disco, pallamano, calcio, lotta, corse, etc). Altra gr. incis. in rame n.t. in cui si vede un giovane suonatore di organo e altro che aziona il mantice. Rara ediz. orig. e unica opera volgarizzata di Pindaro recensita da Paitoni (III, pp.106-108). E' la più celebre opera dell'Adimari "per il suo apparato erudito" (DBI, I, p.278). Brunet IV, 663: "On estime plus les observations d'Adimari sur Pindare que sa traduction". Gamba 2054. Graesse V, 297. Qualche occasionale isolata brunit. Bell'esempl. [094]"
EUR 1500.00 [Appr.: US$ 1750.97 | £UK 1309.75 | JP¥ 257870] Book number CAT27-365

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